visita inaspettata 12, 20123, 118x118 | decisione 2, 2023, 118x118 | tempi sospesi 2, 2022, dittico, 110x315 | punto di vista 14, 2023, 118x148 | febbraio 2023, 146x146 |
---|---|---|---|---|
sintonia 1-3, trittico, 2023, 90x270 | visita desiderata 1, 2023, 170x190 | you name it 29, 2023, 140x118 | spazi tolleranti 1, 2023, 148x118 | spazi ricliclati 1, 2023, 112x112 |
you name it 19, 2022, 118x148 | quattro forme 1, 2023, 140x140 | visita inaspettata 11, 2022, 140x140 | incompiuto 2, 2022, 190x225 | inizio 6, 2022, 150x150 |
l'anno che verrà 3, dittico, 2022, 250x300 | mare 1+2, dittico, 2022, 150x280 | decisione 1, 2022, 170x155 | you name it 2, 2018, 170x155 | tempi sul tempo 1, 2021, 180x230 |
you name it 38, 2022, 148x118 | you name it 37, 2022, 148x118 | notturno 2, 2022, 170x190 | notturno 5, 2022, 170x190 | nota aperta 6, 2020, 114x114 |
recipienti e tempi 1, dittico, 2022, 118x296 | recipienti 53, 2022, 72x174 | tempi sospesi 1, 2021, 115x200 | incompiuto 6, 2022, 118x118 | libera scelta 3, 2021, 170x160 |
visita inaspettata 8, 2018-22, 112x112 | notturno 1, 2022, 135x135 | you name it 22, 2020, 80x190 | 4tempi 1, 2020, 80x320 | incompiuto 3, 2021, 118x148 |
raccolta 38, 2021, 80x180 | centro rosso 4, 2019, 200x180 | nota aperta 8, 2020, 150x140 | libera scelta 9, 2020, 80x190 | you name it 33, 2021, 140x140 |
recipienti 57, 2022, trittico, 112x180 | you name it 35, 2021, 100x100 | recipienti 52, 2019, 118x118 |
Una tela ricca di veli non corrisponde necessariamente ad un’immagine coperta di colore. Sembrerebbe istintivo immaginare la sovrapposizione di cose come il desiderio di coprire o persino nascondere qualcosa. Un pensiero che spesso crea un affascinante bazar intellettuale.
Tuttavia, altre volte e così mi pare per i quadri di Arnaldo, potrebbe trattarsi esattamente del contrario, ovvero di uno svelamento. Gli strati sovrapposti non sono l’inizio di un accumulo sistematico e compulsivo, ma tutto il suo contrario. Sono un togliere, di volta in volta, un concedere coraggiosamente spazio, un dare il permesso alla libertà. Un corpo a cui si toglie gradualmente, per lo più senza grossi strappi, la sua uniforme di pelle.
È forse per questo motivo che guardandoli ci si sente liberi di pensare, accolti, senza imposizioni. Sembra quasi di percepire realmente l’armonia e la serietà con la quale si raccontano i vari stadi dei vari strati dell’umanità di un uomo. Come davanti ad una telecronaca di fatti belli e di fatti brutti, così si assiste ad un ambasciatore generoso che racconta quello che è in una maniera tale da rendere non prioritario il giudicare l’oggetto in sé. Sta a noi, al nostro vissuto, il sentire la gioia, la rabbia, il fastidio, l’amore.
Siamo abituati ad incontrarci con le parole, a capirci con un alfabeto codificato e studiato. Ma questo è un dialogo che appartiene alle nostre vite, al nostro intimo animo segnato dalle esperienze individuali. Alcune emozioni sono vissute in solitudine, come davanti ad un quadro che porta la sua parte di eredità.