top of page
  • Grey Facebook Icon
  • Grey Instagram Icon

oggi 2, 2025, 70x70

you name it 39, 2025, 80x80

giallonero 1, 2025, 70x70

interno rosso 1, 2025, 80x80

punto di vista 20, 2025, 50x50

nota aperta 12, 2025, 50x50

interno blu 8, 2025, 80x80

casale bianco 7, 2025, 80x80

carezze 1, 2025, 50x50

verdeumbra 1, 2025, 80x80

raccolta 39, 2025, 100x90

blu 3, 2025, 50x50

unozero 1, 2025, 50x50

approccio 16, 2025, 70x70

insieme 14, 2025, 25x30, acrilico su carta

recipiente 17, 2025, 25x25, acrilico su carta

recipienti 56, 2025, 90x90

rameargentonero 1, 2025, 80x80

confronto 1, 2024, 90x90

rossoocra 2, 2025, 70x50

confronto 3, 2025, 70x50

rosso 3, 2024, 90x90

insieme 10, 2022, 70x70

senza titolo 09, 63x52

grigiobianco 8, 2020, 90x90

insieme 11, 2020, 90x90

confronto 2, 2024, 80x80

recipienti 61, 2024, 40x40

recipienti 60, 2024, 40x40

you name it 35, 2023, 100x100

recipiente riciclato 1, 2024, 90x90

recipienti 58, 2024, 50x50

recipienti 59, 2024, 50x50

interno blu 6, 2024, 50x70

insieme 11, 2020, 90x90

grigiobianco 8, 2020, 90x90

senza titolo 09, 63x52

contenuto 2, 2021, 40x40

grigiobianco 5, 2016, 54x54, ausgestellt im "dieci", rapperswil

Una tela ricca di veli non corrisponde necessariamente ad un’immagine coperta di colore. Sembrerebbe istintivo immaginare la sovrapposizione di cose come il desiderio di coprire o persino nascondere qualcosa. Un pensiero che spesso crea un affascinante bazar intellettuale.

 

Tuttavia, altre volte e così mi pare per i quadri di Arnaldo, potrebbe trattarsi esattamente del contrario, ovvero di uno svelamento. Gli strati sovrapposti non sono l’inizio di un accumulo sistematico e compulsivo, ma tutto il suo contrario. Sono un togliere, di volta in volta, un concedere coraggiosamente spazio, un dare il permesso alla libertà. Un corpo a cui si toglie gradualmente, per lo più senza grossi strappi, la sua uniforme di pelle.

 

È forse per questo motivo che guardandoli ci si sente liberi di pensare, accolti, senza imposizioni. Sembra quasi di percepire realmente l’armonia e la serietà con la quale si raccontano i vari stadi dei vari strati dell’umanità di un uomo. Come davanti ad una telecronaca di fatti belli e di fatti brutti, così si assiste ad un ambasciatore generoso che racconta quello che è in una maniera tale da rendere non prioritario il giudicare l’oggetto in sé. Sta a noi, al nostro vissuto, il sentire la gioia, la rabbia, il fastidio, l’amore.

Siamo abituati ad incontrarci con le parole, a capirci con un alfabeto codificato e studiato. Ma questo è un dialogo che appartiene alle nostre vite, al nostro intimo animo segnato dalle esperienze individuali. Alcune emozioni sono vissute in solitudine, come davanti ad un quadro che porta la sua parte di eredità.

© 2017 web design diromano ricciardi

bottom of page